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martedì 13 novembre 2007

Prima che fosse Ciak

Quest'estate sul numero 58 de La linea dell'occhio - periodico quadrimestrale del Circolo del Cinema di Lucca - si festeggiava il ventennale della rivista. Per l'occasione redattori e collaboratori sono stati invitati a scrivere un pezzo che descrivesse in breve come e quando era nata la loro passione per il cinema.

Ecco quello di Daniela:


Quando mi sono innamorata del cinema? Probabilmente da adolescente. Ho la fortuna di essere abbastanza vecchia da aver potuto vedere sul grande schermo, a 14 anni, film come Il Padrino, Amarcord e L’Esorcista, a 16 Jesus Christ Superstar, a 20 Quell’oscuro oggetto del desiderio, per non parlare dei Bunuel, i Ferreri, i Visconti, i Ken Russell, i Polanski, che passavano e ripassavano a getto continuo nelle affollatissime sale d’essai di Roma, dove studiavo sociologia. Non ricordo più quante volte ho “salato” qualche noioso corso di studi perché proprio accanto alla sede della Facoltà, allora in piazza Esedra, c’era il Planetario, oggi museo, che ogni giorno sotto la cupola a volte proiettava i capolavori del cinema degli anni sessanta e settanta. Uno sguardo alla programmazione, e la scelta era presto fatta. Nessuna statistica o sociologia economica ha mai avuto chance contro Il fascino discreto della borghesia, Ciao Maschio, Conoscenza carnale o Cinque pezzi facili. Quante erano in quel periodo a Roma le sale d’essai, oggi scomparse! L’Avorio in via Macerata, il Filmstudio per le rassegne e molte altre di cui conservo ancora da brava Vergine tutti i programmini in qualche cassetto della casa dei miei a Lucca. E poi c’era il Tibur, non ancora multisala ma pidocchietto con le sedie di legno, dove con due lire vedevo in compagnia di qualche vecchietto che russava un ubriaco due massaie e tre studenti film come Il gattopardo e Il violinista sul tetto. E naturalmente a Lucca c’era il Centrale, e i miei primi passi nella critica e nella scrittura sui programmini del cinema, sul foglione regionale che precedette la Linea e infine sulla Linea, col Circolo del Cinema, l’entusiasmo di creare un giornale dove poter parlare di quello che ci piaceva come ci piaceva. Un po’ ingenui, forse, ma aperti, curiosi, pronti alla scoperta. Al Centrale devo Eraserhead di David Lynch, L’ululato di Joe Dante, Nightmare di Wes Craven, film che mi hanno segnato e hanno cementato il mio amore per il fantastico e l’horror. E i film di Werner Herzog col mio adorato Klaus Kinski, Fassbinder, tutti visti in un’età formativa, quella in cui ogni film ti si può piantare nella mente e nel cuore come una pallottola. Apocalypse Now, Il Casanova di Federico Fellini, Pasolini, Losey, Rosi, i primi Moretti… Forse per questo oggi – che pure di cinema vivo – è più facile che mi suscitino entusiasmo le serie tv americane che non i film. Solo lì ritrovo quella voglia di osare e di sperimentare a cui il cinema mi aveva abituato: sono stata adolescente negli anni Settanta, ho avuto la gioia di aspettare e fare l’esperienza dei film di Kubrick nelle sale, di vivere un cinema che oggi non esiste più. Chi ha toccato il cielo, può forse accontentarsi delle nuvole di passaggio?

DANIELA CATELLI




Ringrazio Federico Gironi per la bella e ampia segnalazione di Ciak si trema pubblicata su CASTLEROCK - La città dell'immaginazione .

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