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martedì 19 maggio 2015

CRITICA SI', CRITICA NO, SE FAMO DU' SPAGHI?

E' APERTO IL DIBATTITO


In questo periodo si fa un gran dibattere su testate online, cartacee e convegni, su una questione vecchia come Matusalemme: la critica cinematografica è viva, morta, svenuta, ha traslocato, sai per caso se ha lasciato un nuovo indirizzo? Siccome un po' di esperienza sul tema ce l'ho - anche se mi sono patentata solo di recente - ho deciso di esprimermi in merito, visto che questo spazio è mio e non è sponsorizzato da nessuno, per cui la mia coscienza può dormire tra quattro guanciali (lo so che sono due ma a me piace stare comoda).

Ho provato a scrivere un pezzo serio ma veniva chilometrico, dati gli anni che ho sulle spalle e la mia notoria incapacità di sintesi, per cui ho pensato che invece potrei dare ai ggiovani qualche consiglio non richiesto, come quelli che io invece nei bei tempi della mia gioventù ho chiesto a critici già affermati e che mi sono stati molto preziosi. 
Fatene quello che vi pare (gli articoli sul web hanno lo svantaggio che per incartarci il pesce vanno prima stampati): qua le due pillole di saggezza di un cane sciolto che ha iniziato il suo percorso su riviste specializzate all’epoca dei Grandi Vecchi, passando poi a pubblicazioni meno cattedratiche,  ai libri e alla tv tematica per approdare infine al Web, massima livella democratica (verso il basso). 




PICCOLO DECALOGO PER ASPIRANTI CRITICI O CRITICI DILETTANTI

1)    Conoscere il cinema, possibilmente almeno i capisaldi dal muto al sonoro. Il cinema non è iniziato con voi né col vostro regista preferito e se è vero che nulla si distrugge e tutto si trasforma potrebbe sorprendervi scoprire da dove il tale o il talaltro ha preso gli ingredienti che costituiscono le vostre pietanze preferite.

2)    Conoscere la grammatica e la lingua italiana sarebbe un requisito necessario, o almeno un tempo lo era.

3)    Fidatevi non solo di quello che sapete ma anche delle vostre sensazioni: spesso sono quelle che permettono di entrare in sintonia con l’autore e quando succede è molto bello.

4)    Mai lasciarsi condizionare dalle proprie idiosincrasie per un autore o un genere: basta dire “no, non posso, lo scriva qualcun altro”. Io, ad esempio, non recensisco i film di Paolo Sorrentino perché so che non gli renderei giustizia.

5)    Non annoiare il lettore e scrivere in modo chiaro (mise en abyme, post-moderno e altre parole passe-partout spesso usate a sproposito sono la copertina di Linus del critico insicuro o che ha poco da dire). Si scrive per tutti, non per la cricca che parla in gergo e se si cattura l’interesse di chi legge gli si possono aprire nuove prospettive e punti di vista.

6)    Non sovrapporre mai, senza prove, le proprie letture o opinioni del film a quelle degli autori, attribuendo loro volontà che non avevano o significato a scene magari realizzate per caso per ovviare a qualche difficoltà sul set.

7)    Avere una buona cultura generale: non è obbligatorio diventare delle Treccani viventi, ma se un film è ambientato in un certo periodo o è tratto da un libro o mette in scena la vita di un personaggio famoso, conoscere il background aiuta parecchio. Del resto il cinema comprende in sé tutte le arti e non ammette l’ignoranza.

8)    Non essere pigri: un tempo a noi toccava aspettava anni per rivedere un film, e avevamo solo le retrospettive dei circoli del cinema o dei festival, oggi TUTTO è disponibile sul web in qualsiasi momento.  Dunque, invece di pensare solo al futuro, date la giusta attenzione anche al passato.

9)    Come diceva il vecchio (e maschilista) Clint: le opinioni sono come le palle, ognuno ha le sue. La critica totalmente oggettiva NON ESISTE, è una balla inventata dagli accademici per rompere le scatole agli studenti, così come la bellezza classica che non deve piacere a tutti e per molti è mortalmente noiosa. Ma, come dicevamo prima, dovete motivare tutto. Non vale scrivere, dire, far capire: “a me questo non piace perché preferivo quell’altro film” o “vorrei che questo regista tornasse a fare i film che faceva vent’anni fa”, perché non ha alcun senso e non serve a nessuno. Niente vieta di personalizzare le vostre recensioni, anzi, è bello vedere che chi scrive ha una personalità, ma non siete voi i protagonisti.

10)  Le stroncature acide non servono e non fanno onore a nessuno. Sparare sulla Croce Rossa è uno sport facile e assai stronzo. Un giudizio negativo è più difficile da motivare di uno positivo, ma se ci riuscite sono quelle le critiche che vi daranno più soddisfazione.



Infine, se avete un blog, vi state facendo le ossa, non scrivete su testate giornalistiche e non aspirate a diventare critici di professione e vi diverte spararle grosse, a dire che un film è bello, un altro brutto e un terzo noioso, magari invece di recensioni le vostre opinioni chiamatele “mi piace/mi fa schifo”. E’ più onesto e vi renderete più simpatici, distinguendovi per di più dalla massa dei cialtroni pagati che non capirete mai come hanno fatto ad arrivare dove sono.