CRITICA SI', CRITICA NO, SE FAMO DU' SPAGHI?
E' APERTO IL DIBATTITO
In questo periodo si fa un
gran dibattere su testate online, cartacee e convegni, su una questione vecchia
come Matusalemme: la critica cinematografica è viva, morta, svenuta, ha
traslocato, sai per caso se ha lasciato un nuovo indirizzo? Siccome un po' di esperienza sul tema ce l'ho - anche se mi sono patentata solo di recente - ho deciso di
esprimermi in merito, visto che questo spazio è mio e non è sponsorizzato da
nessuno, per cui la mia coscienza può dormire tra quattro guanciali (lo so che
sono due ma a me piace stare comoda).
Ho provato a scrivere un
pezzo serio ma veniva chilometrico, dati gli anni che ho sulle spalle e la mia
notoria incapacità di sintesi, per cui ho pensato che invece potrei dare
ai ggiovani qualche consiglio non richiesto, come quelli che io invece nei bei tempi della mia gioventù ho
chiesto a critici già affermati e che mi sono stati molto preziosi.
Fatene
quello che vi pare (gli articoli sul web hanno lo svantaggio che per incartarci il pesce vanno prima stampati): qua le due pillole di saggezza di un cane sciolto che ha
iniziato il suo percorso su riviste specializzate all’epoca dei Grandi Vecchi, passando
poi a pubblicazioni meno cattedratiche,
ai libri e alla tv tematica per approdare infine al Web, massima livella
democratica (verso il basso).
PICCOLO DECALOGO PER
ASPIRANTI CRITICI O CRITICI DILETTANTI
1)
Conoscere il
cinema, possibilmente almeno i capisaldi dal muto al sonoro. Il cinema non è
iniziato con voi né col vostro regista preferito e se è vero che nulla si distrugge
e tutto si trasforma potrebbe sorprendervi scoprire da dove il tale o il
talaltro ha preso gli ingredienti che costituiscono le vostre pietanze
preferite.
2)
Conoscere la
grammatica e la lingua italiana sarebbe un requisito necessario, o almeno un
tempo lo era.
3)
Fidatevi non solo
di quello che sapete ma anche delle vostre sensazioni: spesso sono quelle che permettono
di entrare in sintonia con l’autore e quando succede è molto bello.
4)
Mai lasciarsi
condizionare dalle proprie idiosincrasie per un autore o un genere: basta dire
“no, non posso, lo scriva qualcun altro”. Io, ad esempio, non recensisco i film
di Paolo Sorrentino perché so che non gli renderei giustizia.
5)
Non annoiare il
lettore e scrivere in modo chiaro (mise en abyme, post-moderno e altre
parole passe-partout spesso usate a sproposito sono la copertina di Linus del
critico insicuro o che ha poco da dire). Si scrive per tutti, non per la cricca che parla in gergo e
se si cattura l’interesse di chi legge gli si possono aprire nuove prospettive
e punti di vista.
6)
Non sovrapporre
mai, senza prove, le proprie letture o opinioni del film a quelle degli autori,
attribuendo loro volontà che non avevano o significato a scene magari
realizzate per caso per ovviare a qualche difficoltà sul set.
7)
Avere una buona
cultura generale: non è obbligatorio diventare delle Treccani viventi, ma se un
film è ambientato in un certo periodo o è tratto da un libro o mette in scena
la vita di un personaggio famoso, conoscere il background aiuta parecchio. Del
resto il cinema comprende in sé tutte le arti e non ammette l’ignoranza.
8)
Non essere pigri:
un tempo a noi toccava aspettava anni per rivedere un film, e avevamo solo le retrospettive
dei circoli del cinema o dei festival, oggi TUTTO è disponibile sul web in
qualsiasi momento. Dunque, invece di
pensare solo al futuro, date la giusta attenzione anche al
passato.
9)
Come diceva il
vecchio (e maschilista) Clint: le opinioni sono come le palle, ognuno ha le
sue. La critica totalmente oggettiva NON ESISTE, è una balla inventata dagli
accademici per rompere le scatole agli studenti, così come la bellezza classica che non deve piacere a tutti e per molti è mortalmente noiosa. Ma, come dicevamo prima, dovete
motivare tutto. Non vale scrivere, dire, far capire: “a me questo non piace
perché preferivo quell’altro film” o “vorrei che questo regista tornasse a fare
i film che faceva vent’anni fa”, perché non ha alcun senso e non serve a
nessuno. Niente vieta di personalizzare le vostre recensioni, anzi, è bello
vedere che chi scrive ha una personalità, ma non siete voi i protagonisti.
10)
Le stroncature
acide non servono e non fanno onore a nessuno. Sparare sulla Croce Rossa è uno
sport facile e assai stronzo. Un giudizio negativo è più difficile da motivare
di uno positivo, ma se ci riuscite sono quelle le critiche che vi daranno più
soddisfazione.
Infine, se avete un blog, vi
state facendo le ossa, non scrivete su testate giornalistiche e non aspirate a
diventare critici di professione e vi diverte spararle grosse, a dire che un
film è bello, un altro brutto e un terzo noioso, magari invece di recensioni le
vostre opinioni chiamatele “mi piace/mi fa schifo”. E’ più onesto e vi
renderete più simpatici, distinguendovi per di più dalla massa dei cialtroni
pagati che non capirete mai come hanno fatto ad arrivare dove sono.