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giovedì 16 ottobre 2008

La nebbia è dentro di noi (The Mist)

Era tempo che aspettavamo un film di genere che sapesse divertire e intrattenere il pubblico in quanto tale, e al tempo stesso trascendesse i limiti degli stereotipi dell’horror per diventare qualcosa di diverso, come accadeva ed accade, ad esempio, coi film di George A. Romero. Il racconto di King– inserito nella raccolta “Scheletri” – è un bellissimo spunto di partenza, ed una delle storie più lovecraftiane dell’autore. Un gruppo di varia umanità dopo una tempesta improvvisa quanto violenta si trova assediato, all’interno di un grande supermarket, da una nebbia scesa a valle dalle montagne, al cui interno si manifestano orribili creature da incubo.
Darabont trasporta visivamente sullo schermo questo mondo, senza rinunciare a calcare la mano sull’effetto shock e su quello che si aspetta e diverte l’appassionato di cinema dell’orrore. Ma va ben oltre, cambiando il finale della storia (con l’entusiastico consenso dello stesso King) e facendone un apologo disperato e pessimista sulla condizione umana in questo mondo. Gli assediati nel market siamo noi, oggi. Così come gli zombie romeriani, come ha sempre dichiarato il maestro di Pittsburgh, siamo noi. Darabont concentra l’attenzione sul paradosso tipico di questo genere di storie: i mostri sono fuori, ma quelli più pericolosi sono proprio quelli all’interno, che in condizioni estreme non tardano a balzar fuori. Gli uomini schiavi della paura e del pregiudizio sono pronti – come la cronaca di questi giorni ci dimostra - a scatenarsi con violenza sui propri simili. (...)

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