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sabato 30 agosto 2014


WARNING
Questo blog si autodistruggerà tra 30 giorni
(E l'ultimo chiuda la porta)


Ehm.. Come qualcuno (forse) avrà notato, non aggiorno il blog dal settembre 2013. Dopo quell'ultimo, malinconico post, la vita nel bene e nel male mi ha travolto. Ho avuto spesso voglia di tornare a scrivere di libri, di serie tv, di gente, ma mi è sempre mancato il tempo. Mia figlia mi ha detto che non c'è niente di più triste di un blog abbandonato e io sono d'accordo con lei. Oggi quasi tutti hanno un blog, ma chi lo aggiorna spesso non è come la sottoscritta. Non riesco a scrivere solo due righe e chi s'è visto s'è visto. Per me un blog ha pari dignità di un lavoro professionale, ma è più intimo e dunque richiede un maggior coinvolgimento emotivo, che non ho al momento più voglia di impiegarci.

Mi sono resa conto che, con l'età, divento sempre più pessimista. Sono sempre meno sono le cose che mi piacciono e sempre di più quelle che mi fanno venir voglia di incazzarmi e lamentarmi, come faccio ormai su Twitter. Quest'anno poi è stato tremendo: a marzo se n'è andato all'improvviso mio padre, che non vedevo da Natale, lasciandomi un vuoto enorme. Nessun dolore può avvicinarsi a quello, ma è stato brutto pure assistere alla scomparsa di personaggi che amavo e ammiravo come PHILIP SEYMOUR HOFFMAN, e che in qualche caso avevo incontrato più volte, come ROBIN WILLIAMS.

Ero a Parigi nel 1978 quando appresi – dalla radio, che allora internet non c'era – che era morto il mio adorato JACQUES BREL. Ero appena arrivata a Parigi per una vacanza quando la mail di un collega, solo a presidiare il forte nella Roma ferragostana, chiedeva se qualcuno poteva scrivere qualcosa sulla morte di Robin Williams. La MORTE di Robin Williams? Come poteva essere morta una persona così viva, travolgente, autoironica, buona, come avevo avuto modo di constatare fin dalla prima volta in cui, a Venezia, l'intera sala si sentì male dal ridere alla conferenza stampa di Good morning, Vietnam? Un uomo così incontenibile, così spiritoso, che diceva di sé “qualcuno dice che sono un bambino nel corpo di un uomo, io mi ritengo un uomo nel corpo di un orangutan”. Come poteva esser morto l'uomo che si firmava RW, come se fosse l'unico proprietario di quelle iniziali? Quando poi ho saputo le modalità del suo addio mi sono sentita anche peggio.
I migliori di noi - ho riflettuto poi - i più sensibili, intelligenti, generosi e buoni sono quelli che se ne vanno per primi. Non ce la fanno a sopportare questo mondo falso, cattivo, perennemente in guerra, in cui a dominare sono ipocrisia, ignoranza, violenza e intolleranza.

Io li stimo quelli che hanno il coraggio di andarsene, anche se seminano intorno a sé un enorme dolore. Quando uno ha dato tanta allegria e felicità al mondo è come se rivendicasse il diritto di riprendersele con gli interessi, e io lo rispetto.

Ma mi sono anche resa conto che il mio blog, esprimendo il mio vissuto e i miei sentimenti, avrebbe finito per assomigliare sempre più a un florilegio di necrologi, e per quanto mi trovi spesso a scriverne per lavoro non credo che sia giusto farlo anche qua.

Film ne vedo tanti, serie tv di più, riesco ancora ad entusiasmarmi per qualcosa ma il bilancio emotivo e culturale è attualmente in rosso.

Il tempo libero dal lavoro lo dedico a mia figlia, alla nostra sopravvivenza in questa difficile e decaduta capitale, alla lettura e agli amici. Non mi va in questo momento di scrivere parole che andranno al vento, come tutto quello che viene “pubblicato” su Internet. Magari mi concentrerò su un libro, qualcosa che mi dia più soddisfazione e mi sembri meno effimero.

Inoltre mi sento fuori moda in un mondo dominato da ragazzetti che giocando su youtube riescono senza sforzo a conquistare anche milioni di utenti e ne fanno un mezzo di sostentamento. E' loro il futuro, non delle scribacchine come la sottoscritta.

E poi c'è dell'altro: non escludo di recuperare in futuro una forma di scrittura veloce e blogghistica, ma non in queste pagine. Questo non è il mio blog, l'ha creato una persona a cui non ripenso volentieri (auguri e figli maschi, a proposito) ma che non ha mai saputo chi ero. E' legato a un libro che – in quella forma – non ho mai amato e di mio, a parte i post degli ultimi due anni, non c'è altro.
Se torno, lo farò dunque su uno spazio che sia davvero incontaminato e nuovo.

Per adesso vi ringrazio della pazienza e dell'attenzione che avete dato ai miei vaneggiamenti. Questo blog si autodistruggerà tra 30 giorni: dal 30 settembre non sarà più leggibile. Quindi, senza tristezzam addio ai miei 4 lettori: tenete d'occhio il pulsante!