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martedì 15 aprile 2008

Daniela Catelli è di Casa su FilmTV

Daniela Catelli è stata ancora ospite su FilmTV, questa volta con un suo pezzo a corredo della locandina che si trova al centro della rivista. Ve lo riportiamo integralmente.


Mi capita raramente di rimpiangere di non essermi trovata da qualche parte, ma quando alcuni amici mi hanno raccontato il loro incontro, nel giugno 1984, con un ragazzetto americano magro e sorridente in un bar di Cattolica, ho provato una fitta di sincero dispiacere per aver iniziato la mia frequentazione del mitico e compianto Mystfest solo nel 1986. Quel mite ventiquattrenne è infatti Sam Raimi, venuto a presentare il suo iconoclastico e parossistico The Evil Dead, accolto in America con grande scalpore l’anno precedente e pronto per l’uscita italiana a fine agosto. Da noi viene ribattezzato La casa, titolo che dà il via a un filone interminabile rinominando rip-off, sequel e qualunque horror in cui quattro pareti racchiudano oscuri segreti (in pratica tutti).
Il capostipite involontario di questo fenomeno nasce grazie a un violento corto di 30 minuti, Within the Woods, girato nel 1979 da Samuel Raimi, Bruce Campbell e Rob Tapert, tre amici del Michigan cresciuti a pane, film, fumetti e Three Stooges.
Usando il film come biglietto da visita, questi tre bravi ragazzi della middle-class locale, autori fin da piccoli di decine di corti in super8, per lo più a soggetto comico e western, improvvisano una colletta tra parenti, amici e conoscenti. Con i 90.000 dollari raccolti realizzano The Book of the Dead (ovvero il Necronomicon di Lovecraft), titolo cambiato prima dell’uscita perché la parola libro pare poco appetibile per gli hardcore fans dell’horror americano. 15 pagine di copione, il fido Campbell, amici ed ex compagni di liceo come interpreti, e sul set la tipica atmosfera dei campfire tales: un campeggio un po’ folle in cui tutti si impegnano al massimo per evocare l’orrore della storia e gli attori vengono letteralmente torturati ai fini della riuscita del film.
Dati gli effetti speciali al risparmio, i nostri indossano lenti a contatto speciali con cui non vedono niente e restano a lungo sepolti nel gelido terreno del luogo agitando arti e teste che devono sembrare staccati dal corpo. E come in ogni low budget che si rispetti da che mondo è mondo, non ci sono orari sindacali, ma si lavora fino a 16 ore al giorno. Tom Sullivan, che ha un background di animatore stop motion e illustratore, armato di litri di appiccicoso Karo Syrup, lattice liquido e spray, cotone, gesso a presa rapida, creta e coloranti per cibi, realizza il makeup del film, dal Book of the Dead ai Deadites, le creature possedute. Dal canto suo Tim Philo sopperisce alla mancanza della steadicam inventandone dei rudimentali e artigianali sostituti dai nomi pittoreschi come shakey-cam e vasil-cam.
Ne viene fuori un film fantastico, non certo per la storia, elementare e ripetuta con poche variazioni nel sequel-remake che gli darà lo stesso Raimi, e densa di omaggi al limite del plagio ai primi film di Wes Craven e all’’Esorcista di William Friedkin: alcuni liceali in vacanza in una baita isolata nei boschi del Tennessee scatenano dei feroci demoni sumeri che si impossessano di loro trasformandoli in mostri assassini. La casa ha in sé tutta l’energia febbrile, feroce e vitale che apre la grande stagione dello splatter, è uno straordinario rollercoaster visuale e tecnico che travolge uno spettatore non abituato a quei ritmi offrendogli un mix di divertimento, disgusto e paura in un racconto che ricorda le migliori fiabe della nostra infanzia, dove però ad accogliere la principessa perduta non c’è una graziosa casetta abitata da 7 miti creature ma spiriti maligni che reclamano il possesso delle sua anima.

Daniela Catelli © FilmTV - anno 16 n.15

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