25 ANNI DOPO UGO TOGNAZZI,
UN RICORDO DI 15 ANNI FA
Dagli archivi perduti di Coming Soon Television
Nel 2000, dopo anni di critica cinematografica per riviste e collaborazioni a festival, iniziava per me un'avventura televisiva che si è da poco conclusa, l'esperienza di Coming Soon Television, oggi trasformata in sito. Uno dei primi servizi che feci - ai tempi beati in cui le interviste duravano mezz'ora e gli speciali tv quanto ci pareva - fu dedicato proprio ad Ugo Tognazzi, e venne anche piuttosto bene. Ricordo che durava 12 minuti, era pieno di scene dei suoi film e chiudeva con lui che faceva volare l'aquilone per Vittorio Gassman sulla spiaggia, splendido finale dell'episodio La nobile arte, citato alla fine. Proprio oggi ho ritrovato lo speaker e, cambiando le date, mi sembra che sia la commemorazione più giusta che ancora oggi potrei fare a questo grande talento. Immaginatevi... le immagini, e questo è il testo:
Ricordare un attore a dieci anni dalla sua scomparsa non è
difficile, se il patrimonio cinematografico che ci ha lasciato è ricco come
l’eredità di Ugo Tognazzi. Ugo Tognazzi, nato a Cremona il 23 marzo del 1922,
ha infatti interpretato, in una carriera iniziata nel 1950 con I cadetti di Guascogna di Mario Mattoli,
e stroncata dalla morte 40 anni dopo, qualcosa come 150 film. Ma quel che
colpisce e impressiona, è la straordinaria qualità di questa filmografia: Marco
Ferreri, Bernardo Bertolucci, Dino Risi, Ettore Scola, Roger Vadim, Pierpaolo
Pasolini, Luciano Salce, Mario Monicelli, sono solo alcuni dei registi con cui
ha lavorato, anche più volte.
Fin dalle sue mitiche macchiette televisive in Un due tre al
fianco di Raimondo Vianello,Tognazzi si è rivelato non solo comico dai mille
volti, ma anche artista capace di infondere alle sue interpretazioni un senso
più amaro, la malinconia sanguigna e completamente agnostica derivante dallo
smarrimento molto umano di vivere su una terra che, al di là di piaceri terreni
come il cibo e il sesso, non sembra disposta a riempire la nostra sete di
assoluto. Tanto quanto era solare ed amato nella vita privata, tanto i suoi
personaggi migliori parlavano il linguaggio tragico dell’anima moderna.
Tra i tanti personaggi che Tognazzi ci ha regalato, nella
nostra galleria del cuore spiccano la tragica Madame Royale, il conte Lello
Mascetti di Amici miei, l’umanissimo Renato Baldi de Il vizietto, il soave
sarto sordomuto di Straziami ma di baci saziami. Era proprio in queste
caratterizzazioni che la sua arte si elevava a livelli altissimi, e duetti come
quello con Vittorio Gassman in La nobile arte, episodio de I mostri di Dino Risi, ancora
oggi ci coinvolgono e ci commuovono, facendoci realizzare quanto il cinema
italiano abbia perso con la loro scomparsa.
Attore per tutti i generi e per tutte le stagioni, come solo
i grandi interpreti sanno essere, dieci anni dopo la sua morte Ugo Tognazzi,
con la sua presenza un po’ carogna e molto tenera ci manca ancora moltissimo.
Lui è uno dei pochi, con gli amici Gassman e Mastroianni, che avrebbe saputo
portare sullo schermo il Duemila come si merita, col tono annoiato e un po’
schifato, ironico e sornione, beffardo e disilluso, che tanto ce lo ha fatto
amare.
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