Cerca nel blog

sabato 5 gennaio 2013

 

 Buon 2013

Per arrivare là, dove nessun uomo è mai giunto prima


Ben ritrovati, spero abbiate passato delle feste serene, e che siate pronti, a differenza della sottoscritta, a prendere a calci in culo il nuovo anno.

Lasciando da parte i convenevoli e riprendendo le fila di questa specie di blog (dove non si parla di cucina, di politica e di calcio, cioé delle uniche cose che a quanto pare interessano gli italiani), poche cose mi divertono di più del vedere come i motori di ricerca rispondano alle richieste più strane del web, indirizzando sti poveretti sulle strade sbagliate del mio Ciak si trema. Così, dopo il "bambino sfregiato col bisturi", i "video porno di signore seguite da sc..." (Scavatore? Scippatore? Scrittore? Scopatore? Come vorrei poter leggere tutto!), "trema tutto e possibile che prende" e vari accenni anche lontani a cose di cui magari parlo davvero, c'è anche qualcuno che ci è arrivato con questa domanda: "Sasha Roiz è gay?" 
Ora, per chi non lo sapesse, cioè la maggioranza di quanti mi leggono, Sasha Roiz è l'attore canadese – molto sexy – che interpreta il Capitano Renard, misterioso esponente di una famiglia reale di Wesen, nella bella serie tv GRIMM. E se così fosse? E' vero che per gli etero sarebbe uno spreco, ma è anche molto probabile che nessuno di noi abbia occasione di verificarlo, e in ogni caso questo non diminuirebbe il suo fascino. Mi chiedo perché ci sia gente che presuppone che internet abbia TUTTE le risposte quando ha tutt'al più TUTTE le insinuazioni. Vabbé, comunque leggere questi dati mi diverte, e mi fa venir voglia di scrivere (ovviamente non di quello che interessa a queste persone). So che scrivere più spesso la parola porno mi porterebbe più lettori, e del resto sono convinta - e ho sempre detto - che il porno e l'horror sono due generi strettamente imparentati perché mettono in scena lo sfruttamento del corpo umano, la sua dissezione teoretica e pratica, e sono entrambi basati sulle pulsioni più elementari. Ma il primo non lo frequento da tempo e quando l'ho fatto mi ha in genere annoiato, mentre il secondo mi sfugge, da un po' di tempo a questa parte.

Sto meglio – mi sono sfogata e sfogarsi fa SEMPRE bene, specie se si ha ragione – e tra le mille cose che voglio leggere, vedere, scrivere e VIVERE in questo 2013, credo che il proposito numero 1 sia quello di studiare me stessa e i miei simili. Ho in mente un libro in parte autobiografico e voglio impiegare il tempo che passo sui mezzi a "osservare" l'umanità depressa costretta a prenderli, invece che concentrata su me stessa e sulle cose che mi piace leggere e ascoltare.

Mi dispiace cambiare totalmente tono, per salutare da queste pagine alcuni dei grandi scomparsi di fine anno (ce ne sono sempre, mi piace pensare che lo facciano apposta per guastare le feste a chi resta), a partire da Rita Levi Montalcini, che non ho mai capito cosa abbia fatto anche se so che è un genio riconosciuto, ma che, diciamolo, il suo bel secolo di vita se l'è vissuto. Poi se n'è andato Charles Durning, un attore corpulento e corposo che ho sempre adorato, con quello sguardo tra l'affabile e il perfido, perfetto sia per ruoli da buono che da villain. Mi è piaciuto tanto in film che ho amato molto: La stangata, Quel pomeriggio di un giorno da cani, I ragazzi del coro, Il più bel casino del Texas, Lo spaventapasseri e Mr. Hula Hoop. Era uno di quei caratteristi che lasciano il segno, come ne nascono sempre più di rado. Ci ha lasciato per sempre la vigilia di Natale, a 89 anni. Della sua morte qualcuno si è accorto, mentre ha avuto purtroppo meno risalto quella del regista italiano Emidio Greco,
scomparso a soli 74 anni lo scorso 22 dicembre. Autore di un importante film fantastico come L'invenzione di Morel, del 1974, dal racconto di Adolfo Bioy Casares, con uno straordinario Giulio Brogi, di Una storia semplice con Gian Maria Volonté, e del recente Notizie degli scavi, avevo avuto occasione di intervistarlo a lungo in una vecchia edizione del Bellaria Film Festival. Era un uomo molto colto, interessante, autore di 7 soli film, una persona di raro valore, un intellettuale disponibile e acuto, forse troppo schivo per una società da sempre amante dei caciaroni e degli urlatori.

E' morto poi anche il creatore di due serie che non ho mai amato molto, Spazio 1999 e Ufo, nonché dei Thunderbirds che mi hanno sempre fatto impressione:  
Gerry Anderson, autore della sci-fi di culto per molti dei ragazzi degli anni Sessanta/Settanta, ha preso il volo a 83 anni il 26 dicembre. 
Ma la scomparsa che mi ha colpito di più è quella di un personaggio assai meno famoso: Alberto Lisiero, fondatore dello Star Trek Italian Club, l'Ammiraglio della nostra flotta spaziale, che se n'è andato all'improvviso, troppo presto, a 48 anni. 
Durante le vacanze di Natale ero finalmente riuscita a guardare Trekkies, lo splendido documentario sui fan dell'universo creato da Gene Roddenberry, quello libertario, pacifista, hippy, aperto e tollerante di Star Trek
E attorno ai valori di questo mondo si è costruito proprio per questo un fandom colorito, divertente, a volte estremo, ma sempre interessante e umano. Ricordo di essere andata, molti anni fa, a una delle prime convention dello Sticcon, che si teneva a Viareggio, e in quell'occasione ho sicuramente incontrato Alberto, che era un punto di riferimento imprescindibile, assieme alla moglie Gabriella Cordone, anche per le pubblicazioni e le versioni italiane dei film e telefilm della serie. Non me lo ricordo, ma mi piace la sua passione, il fatto che sia stato sepolto con l'uniforme della Federazione e che per i suoi funerali siano arrivati a Bibione centinaia di fan in divisa. A qualcuno farà sorridere. A me, in tempi in cui non si riesce ad accendere la tv senza vedere gente priva di valori umani, che pietisce voti e consenso, commuove questa vita e questo addio affettuoso, e spero che a dargli il benvenuto, su nell'Ultima Frontiera, sia stato il burbero ingegnere scozzese interpretato da James Doohan, e che Alberto abbia avuto il tempo di dirgli, prima di lasciare bruscamente questo mondo, "beam me up, Scotty".

Nessun commento: