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domenica 21 ottobre 2007

Nato sotto il segno della luna nera



Doveva esserci la luna nera quel giorno del 1996 quando fu concepita la prima edizione di “Ciak si trema”, ma Marina Misiti, che all’epoca lavorava in Theoria, piccola e gloriosa casa editrice, non lo poteva sapere nel momento in cui propose a Daniela Catelli e a un suo collega di scrivere un libro da pubblicare nella popolarissima collana I Ritmi.

L’idea è quella di fare un manuale di cinema dell’orrore. Decidono di svilupparlo in ordine alfabetico: a ogni lettera corrisponde un tema preciso in modo da affrontare l’horror in una lettura trasversale.

Daniela è un po’ spaventata perchè, tesi a parte, non ha mai scritto un libro, ma il pensiero di dividerlo con un collega che scrive da un pezzo le è di incoraggiamento.
I due si spartiscono equamente le voci e si mettono al lavoro autonomamente, ignari dell’ombra che la luna nera stava proiettando sul progetto.

Quando manca poco meno di un mese alla consegna l’amico di Daniela la informa di avere finito la propria parte.

La poveretta ci rimane di sasso. In quei tempi senza internet e siti specializzati aveva consultato libri su libri, riviste su riviste, aveva visto decine di VHS per colmare le lacune ma e la sua parte levitava a dismisura.

Chiede allora di leggere il lavoro del collega e crolla in un baratro di sconforto: il testo è sconnesso, superficiale e carente, in una parola impubblicabile.

Interviene la povera Marina che rimane allibita al pari di Daniela. Il malcapitato viene convinto a firmare la rescissione del contratto per la parte che lo riguarda e amici come prima.
Solo che adesso c’è un problemino da nulla: mancano 15 giorni e Daniela deve riscrivere metà libro oltre a dover terminare la sua parte.

E’ panico!

Due settimane di lavoro matto e disperatissimo, concluso con una notte insonne e la correzione delle bozze direttamente nella sede dell’editore alle 8 del mattino dell’ultimo giorno utile. Ci lavorano in tre ma inevitabilmente molte cose sfuggono e il libro viene strappato dalle mani di Daniela e dato alle stampe quasi fosse un bambino che deve nascere per forza, strappato dal ventre della madre con un taglio cesareo: non c’è più tempo, se è destinato a vivere vivrà.

E visse. Senza padre, con il volto sfregiato dal bisturi e la luna nera nel segno, ma visse.

1 commento:

Caterina Narracci ha detto...

io sono nata sotto il segno della luna nera... sembrerà curioso, ma è così!!!
ciao
caterina