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sabato 19 aprile 2008

585 grazie

Vorrei ringraziare una ad una le 585 persone che hanno letto il mio libro, ma siccome non so chi sono, a parte forse una ventina, mi accontento di farlo collettivamente. Questi a oggi sono i dati di vendita (dall'uscita del libro, nemmeno sei mesi) che mi ha comunicato il mio editore. E' tanto, è poco? Secondo me, conoscendo lo stato della saggistica cinematografica in Italia, non è poco per un libro che si è autopromosso e di cui gran parte della stampa ancora ignora l'uscita. Voglio dunque ringraziare Claudio per aver creato questo blog, tutti coloro che mi hanno onorato della loro stima e soprattutto voi, che avete comprato il mio libro sulla fiducia, sperando di non avervi deluso. E c'è ancora tempo per sperare di arrivare alle 1000 copie, anche se qualcosa mi dice che toccherà rimboccarsi le maniche... Grazie ancora!
Daniela Catelli

martedì 15 aprile 2008

Ciak si trema in sartoria

Mario Bava in Sei donne per l'assassino ha portato l'horror in sartoria, non stupisce quindi che Ciak si trema abbia trovato spazio tre le letture di una modellista sartoriale che su MySpace si firma SvBabooshka.
Riportiamo quindi con molto piacere la sua bella recensione,
perchè è utile ricordare che la guida al cinema horror di Daniela Catelli non è stata pensata per un pubblico "professionale" e "fanatico" del genere.


Perché leggere un manuale dedicato al cinema Horror?
Semplicemente per rivivere alcuni piccoli brividi che fanno parte di emozioni e magari riuscire a trovare spunti per provarne ancora.
Il libro è piacevolissimo, scorrevole, non tralascia nulla. Dedica un capitolo per ogni categoria horror, specificandone il simbolismo, raccontando aneddoti e riuscendo ad evidenziare particolari che durante la lettura riportano alla mente le immagini. Inoltre ci porta a fare delle riflessioni…
Se vi ha incantato la, Biancaneve degli insetti, protagonista di "Phenomena", che in altre occasione ha girovagato per labirinti assieme a un cattivo D. Bowie. Se una canzoncina infantile la associate a un colore rosso, profondo. Se considerate la protagonista di una favola nera la bella Lisa che immersa in una pellicola dai colori onirici, incontra il diavolo. O magari siete stati affascinati dal volto inquietante di Barbara Still, senza maschera…
Non vi sdegna assistere alla trasformazione dettagliate di un uomo in lupo. E di un altro che diventa mosca. Non vi porta ad avere incubi notturni vedere sgozzamenti e i salassi fatti da vampiri.
Se i serial killer, sulla pellicola, non vi spaventano e lasciate che la pioggia di sangue cada. Se Tarantino e Rodriguez li guardereste dal tramonto all'alba, magari nei Grindhouse.
E se l'unica paura che avete è che la metafora degli zombi sia la realtà in cui la nostra società ci sta portando…Allora questo libro fa per voi con i suoi…Demoni e meraviglie… Ricordano però che ognuno di noi ha il suo diavoletto da esorcizzare. E le meraviglie non sempre sono belle d'aspetto e quelle belle non sempre sono buone.

Citazioni dal libro:

…La verità, alla fine, è che stiamo parlando di film, di passioni un po' insane e di bambini che non vogliono saperne di crescere…( dalla prefazione di Danilo Arona)

Sapete com'è, a furia di vedere degli Horror, si deve sovente lottare con i propri fantasmi personali. (dalla prefazione di Danilo Arona)

…La paura è forse la più antica delle nostre emozioni.

...La distanza tra bene e male ormai così vasta che è impossibile camminare sui margini, restare in equilibrio sull'orlo del precipizio. I cattivi oggi sono mostri senza scrupoli e senso morale mentre i buoni sono impotenti, divisi e con armi spuntate, senza la forza di unirsi e controbattere le loro offensive. Bin Laden, la rete mondiale dei pedofili, le guerre preventive, le pulizie etniche: viviamo in un modo così incasinato che nemmeno il genere più sovversivo per eccellenza, l'horror, sembra in grado di commentarlo o esprimerlo con nuove incarnazioni della paura e del fantastico, o anche solo di esorcizzarlo accentuando il proprio aspetto catartico e vicario.

…la morale di tutta la storia è che i mostri siamo noi, che abbiamo perso completamente il contatto con la natura, la sessualità, la nostra parte istintiva e la capacità di vivere in comunità.

…l'eterno scontro tra civiltà e natura che oggi vede sempre più spesso soccombere chi non è capace di sfoderare zanne e artigli e cerca di farsi largo con la voce pacata della ragione.

…Mutare significa, in questi film, essere costretti a confrontarci, con una situazione che per il solo fatto di verificarsi trasforma il mondo intorno a se, ripensare le proprie categorie morali ed estetiche, abbracciare una visione relativista del mondo, non accettare sempre le regole fatte su misura per gli altri.

Le paure che si leggono (…) negli horror riusciti o meno dell'inizio del terzo millennio, post 11 settembre, sono facilmente riconoscibili, e sono essenzialmente legate alla perdita di valore della vita umana in una società che ha estremizzato i dettami utilitaristici del capitalismo, e in cui la sopravvivenza del più forte è da intendersi in senso letterale.(…) Il più forte è colui che ha le armi, i soldi, il potere. È per farlo vivere che qualcuno può usarci come carne da trapianto e per farlo divertire che c'è gente disposta a massacrarci. (…) Gli zombi siamo ancora e sempre noi, inascoltati, impossibilitati a cambiare la realtà morale e politica di un paese che ci manda al macello per interesse privato mascherato da giusta vendetta. (…) In un mondo senza più certezze, nemmeno quella della sopravvivenza quotidiana, siamo in pena per noi e i nostri cari, e affrontiamo ogni giornata con la consapevolezza che potrebbe essere l'ultima. L' horror del primo decennio e dell'anno Duemila è confuso, sporco frammentario come la vita che conduciamo, si alimenta dei nostri fantasmi: nonostante oggi comunichiamo con tutto il mondo nello spazio di pochi secondi, non è mai stato tanto difficile vincere la paura della solitudine.

…I veri zombi, sosteneva Romero, siamo noi, schiavi del consumo, dell'egoismo, di una società edonista e mercenaria.

Siamo tutti rinchiusi in un lager: a noi la scelta se morire con dignità, abbattere le barriere, o finire sbranati da quello che abbiamo scelto di ignorare, e che non siamo preparati ad affrontare.

Ascoltando: "Zombi" Goblin. "Zombi Holocaust" Nico Fidenco. " Quella villa accanto al cimitero", " L'aldilà…tu vivrai nel terrore" Fabio Frizzi. " Synphonic Holocaust" Morte Macabre. "La Casa", "La Casa 2" Joseph LoDuca.

Daniela Catelli è di Casa su FilmTV

Daniela Catelli è stata ancora ospite su FilmTV, questa volta con un suo pezzo a corredo della locandina che si trova al centro della rivista. Ve lo riportiamo integralmente.


Mi capita raramente di rimpiangere di non essermi trovata da qualche parte, ma quando alcuni amici mi hanno raccontato il loro incontro, nel giugno 1984, con un ragazzetto americano magro e sorridente in un bar di Cattolica, ho provato una fitta di sincero dispiacere per aver iniziato la mia frequentazione del mitico e compianto Mystfest solo nel 1986. Quel mite ventiquattrenne è infatti Sam Raimi, venuto a presentare il suo iconoclastico e parossistico The Evil Dead, accolto in America con grande scalpore l’anno precedente e pronto per l’uscita italiana a fine agosto. Da noi viene ribattezzato La casa, titolo che dà il via a un filone interminabile rinominando rip-off, sequel e qualunque horror in cui quattro pareti racchiudano oscuri segreti (in pratica tutti).
Il capostipite involontario di questo fenomeno nasce grazie a un violento corto di 30 minuti, Within the Woods, girato nel 1979 da Samuel Raimi, Bruce Campbell e Rob Tapert, tre amici del Michigan cresciuti a pane, film, fumetti e Three Stooges.
Usando il film come biglietto da visita, questi tre bravi ragazzi della middle-class locale, autori fin da piccoli di decine di corti in super8, per lo più a soggetto comico e western, improvvisano una colletta tra parenti, amici e conoscenti. Con i 90.000 dollari raccolti realizzano The Book of the Dead (ovvero il Necronomicon di Lovecraft), titolo cambiato prima dell’uscita perché la parola libro pare poco appetibile per gli hardcore fans dell’horror americano. 15 pagine di copione, il fido Campbell, amici ed ex compagni di liceo come interpreti, e sul set la tipica atmosfera dei campfire tales: un campeggio un po’ folle in cui tutti si impegnano al massimo per evocare l’orrore della storia e gli attori vengono letteralmente torturati ai fini della riuscita del film.
Dati gli effetti speciali al risparmio, i nostri indossano lenti a contatto speciali con cui non vedono niente e restano a lungo sepolti nel gelido terreno del luogo agitando arti e teste che devono sembrare staccati dal corpo. E come in ogni low budget che si rispetti da che mondo è mondo, non ci sono orari sindacali, ma si lavora fino a 16 ore al giorno. Tom Sullivan, che ha un background di animatore stop motion e illustratore, armato di litri di appiccicoso Karo Syrup, lattice liquido e spray, cotone, gesso a presa rapida, creta e coloranti per cibi, realizza il makeup del film, dal Book of the Dead ai Deadites, le creature possedute. Dal canto suo Tim Philo sopperisce alla mancanza della steadicam inventandone dei rudimentali e artigianali sostituti dai nomi pittoreschi come shakey-cam e vasil-cam.
Ne viene fuori un film fantastico, non certo per la storia, elementare e ripetuta con poche variazioni nel sequel-remake che gli darà lo stesso Raimi, e densa di omaggi al limite del plagio ai primi film di Wes Craven e all’’Esorcista di William Friedkin: alcuni liceali in vacanza in una baita isolata nei boschi del Tennessee scatenano dei feroci demoni sumeri che si impossessano di loro trasformandoli in mostri assassini. La casa ha in sé tutta l’energia febbrile, feroce e vitale che apre la grande stagione dello splatter, è uno straordinario rollercoaster visuale e tecnico che travolge uno spettatore non abituato a quei ritmi offrendogli un mix di divertimento, disgusto e paura in un racconto che ricorda le migliori fiabe della nostra infanzia, dove però ad accogliere la principessa perduta non c’è una graziosa casetta abitata da 7 miti creature ma spiriti maligni che reclamano il possesso delle sua anima.

Daniela Catelli © FilmTV - anno 16 n.15

lunedì 14 aprile 2008

Ciak si trema su Il Sole 24 ORE.com

Al ritorno da una settimana di vacanza trascorsa sotto la pioggia è stata una gradita sorpresa scoprire che almeno Ciak si trema- guida al cinema horror ha trovato un posto al sole.
Per questo dobbiamo rendere grazie a Boris Sollazzo che ha scritto la bella recensione apparsa su Il Sole 24 ORE.com che vi proponiamo qui sotto.



Ciak si trema: guida alla paura al cinema
di Boris Sollazzo

Chi ha paura di Daniela Catelli? Forse tutta quella critica paludata e paludosa che ha paura ad esprimere giudizi ma non si vergogna di essere schiava di pregiudizi. Mix pericoloso che porta a stroncature e disattenzioni nei confronti di generi preziosi ed essenziali come l'horror. Daniela è l'autrice di "Ciak si trema- Guida al cinema horror", edito da Costa & Nolan, versione rivista e (s)corretta dell'omonima opera in due tomi uscita per Theoria nel 1996. Undici anni hanno cambiato molto, se non tutto. La definitiva affermazione di internet, la lenta agonia del cinema di paura, a causa di timori reverenziali verso i grandi maestri del passato e di terrori reali che sono esplosi nel mondo, da Bin Laden ad Abu Grahib e Guantanamo. L'autrice ha molti pregi: una profonda conoscenza del cinema, un rapporto sereno con la paura, una mentalità aperta che le consente analisi diverse e acute. Il libro è un saggio i cui capitoli non sono frutto mero di enciclopedismo ma di un percorso a tappe, a temi, in cui l'horror viene sviscerato dalla A degli antenati (interessante excursus nel passato e nelle origini) alla Z degli eterni, in tutti i sensi, zombie.
continua

articolo segnalato anche su News Control di Repubblica.it